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Suor Rita Ferri FdC, giustizia e pace si abbracceranno


suorritaferri


Il 24 agosto 2017, a Rivoli (To), è nata al Cielo suor Rita Ferri Figlia della Carità che è stata anche Suor Visitatrice della Provincia di Torino ed Economa Generale della Compagnia delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli.


Vogliamo ricordare la sua passione per Cristo nella Comunità, nei Poveri, nell’impegno formativo e in quello amministrativo, con il suo intervento all’Assemblea Generale del 2009. Parole chiare, incisive, propositive. E’ un nuovo dono che suor Rita ci fa, poiché offre spunti ancora molto attuali, illuminanti per l’oggi.



Grazie di tutto, suor Rita!


 

- GIUSTIZIA E PACE SI ABBRACCERANNO -
RECLAMARE I DIRITTI DEI POVERI


Nel 2000, le Nazioni Unite hanno definito otto Obiettivi per il Millennio, finalizzati allo sviluppo  per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni 2000 – 2015. Con gli Obiettivi del Millennio per lo sviluppo, la lotta contro la povertà nel mondo sembrava essere oggetto di un grande impegno internazionale. Difatti, le Nazioni Unite (191 Paesi) si erano impegnate a ridurre della metà la povertà nel mondo entro il 2015.


Sono passati già 9 anni e le promesse del 2000 fanno molta fatica a sostenere la verità dei dati. Soltanto 5 Paesi danno lo 0,7% del PIL fissato. Nel 2006, più di 4,3 milioni di persone hanno contratto il virus dell’AIDS. In alcuni Paesi solo 30 bambini su 100 hanno accesso all’istruzione di base. Nel mondo, ogni anno 500.000 donne muoiono per complicazioni legate alla gravidanza… e l’elenco potrebbe continuare!


È previsto che per il 2015, 30 milioni di bambini saranno ancora in situazione di grande precarietà! Il G8 a Tokyo 2008 si è impegnato a ridurre del 50% le emissioni di gas serra per il 2050!


La supremazia attuale delle grandi potenze economiche mondiali non persegue gli interessi dei poveri, questo è vero soprattutto per l’Organizzazione Mondiale del Commercio che riunisce 153 Paesi e definisce le regole e le modalità generali del commercio internazionale. È urgente permettere ai Paesi in via di sviluppo di partecipare equamente ai procedimenti di consultazioni e di decisioni dell’OMC, diversamente saranno sempre penalizzati!


Paolo VI diceva già 42 anni fa: “Bisogna affrettarsi: troppi uomini soffrono, e aumenta la distanza che separa il progresso degli uni e la stagnazione, se non pur anche la regressione, degli altri “ (PP 29). “Si danno, certo, situazioni la cui ingiustizia grida verso il cielo. Quando popolazioni intere, sprovviste del necessario, vivono in uno stato di dipendenza tale da impedir loro qualsiasi iniziativa e responsabilità, e anche ogni possibilità di promozione culturale e di partecipazione alla vita sociale e politica, grande è la tentazione di respingere con la violenza simili ingiurie alla dignità umana” (PP 30).


I Paesi in via di sviluppo, nella crisi attuale, subiscono attacchi speculativi sui prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento, sulle materie prime, e non hanno nessuna risorsa interna per farvi fronte. La crisi finanziaria ed economica è soprattutto crisi sociale: il tasso di disoccupazione è aumentato in tutti i paesi.


I mercati finanziari non possono agire senza fiducia; però senza trasparenza e senza regole, non c’è fiducia! Dunque è urgente che si attivino istituzioni nazionali ed internazionali efficaci di organizzazioni dei mercati finanziari. Quando la preoccupazione dell’uomo, di ogni uomo, del bene comune, ridiventa prioritaria, centrale, la fiducia rinasce.


“L’amore per l’uomo e, in primo luogo, per il povero, nel quale la Chiesa vede Cristo, si fa concreto nella promozione della giustizia. Questa non potrà mai essere pienamente realizzata, se gli uomini non riconosceranno nel bisognoso, che chiede un sostegno per la sua vita, non un importuno o un fardello, ma l’occasione di bene in sé, la possibilità di una ricchezza più grande. Solo questa consapevolezza infonderà il coraggio per affrontare il rischio ed il cambiamento impliciti in ogni autentico tentativo di venire in soccorso dell’altro uomo. Non si tratta, infatti, solo di dare il superfluo, ma di aiutare interi popoli, che ne sono esclusi o emarginati, ad entrare nel circolo dello sviluppo economico ed umano. Ciò sarà possibile non solo attingendo al superfluo, che il nostro mondo produce in abbondanza, ma soprattutto cambiando gli stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere che oggi reggono le società” . Ecco alcune risposte di Giovanni Paolo II. (Centesimus annus 58).


È possibile che paura, confusione, incertezza sul futuro, permangano anche in persone cristiane e consacrate! Possiamo considerarci agenti di una nuova cultura che sarà il vero motore di nuovi stili di vita?


Per vocazione, secondo il disegno di Dio, siamo nate per rispondere alle emergenze. “Le Figlie della Carità vedono in coloro che soffrono, che sono lesi nella dignità, nella salute, nei diritti, dei figli di Dio, fratelli e sorelle con i quali sono solidali “ (C16c). Assumiamo la causa dei poveri, collaboriamo…con chi difende i loro diritti. C’impegniamo sul piano sociale a lavorare per cambiare le strutture ingiuste che generano la povertà (cf. C.24e)



Noi Figlie della Carità siamo pensate, per vivere in solidarietà con i poveri:


* assoggettamento alla legge del lavoro,


* donazione disinteressata di tutto: persona, talenti, tempo, beni materiali…


* e dunque testimonianza di uno stile di vita sobrio e semplice…
(cfr. C. 30b).

Potremmo nella situazione attuale, in questo mondo in continuo movimento, cercare la nostra sicurezza, la nostra stabilità, servizi gratificanti, cospicue rimunerazioni? “Nessuno è autorizzato a riservare a suo uso esclusivo ciò che supera il suo bisogno, quando gli altri mancano del necessario .” (PP 23).


Abbiamo cura di gestire con competenza, prudenza, giustizia e fiducia nella Provvidenza, i nostri beni materiali che consideriamo come patrimonio dei Poveri (cf. C. 30, C. 89). Di questa gestione renderemo conto ogni anno ai Superiori, (ad ogni livello) alle comunità, ai benefattori,…. – tutti, ci rappresentano i Poveri -.


L’audacia dei Fondatori e dei Santi della Carità, ha sempre trasformato i periodi di grande sconvolgimento politico, sociale, economico, in opportunità per “scommettere” sulla carità! Lo sguardo commosso di Cristo sulla “folla” li ha appassionati e li ha provocati per fare la scelta preferenziale dei poveri. Attraverso questa opzione, hanno manifestato lo “stile” dell’amore di Dio, della sua Provvidenza e della sua Misericordia.


È l’ora di una nuova “fantasia” della carità.
Raggiungendo i poveri, i più abbandonati e misconosciuti, dove sono, si aiutano a prendere coscienza della loro dignità e a diventare loro stessi agenti della propria promozione. (cf. C. 24 -25; NMI 50).
Questo mostra che ci impegniamo a combattere “l’assistenzialismo” in favore della “promozione”.
La carità a “fondo perduto”, se è duratura, finisce per distruggere la dignità delle persone, mentre un prestito che impegna al rimborso, fa crescere la responsabilità del richiedente, lo rende una persona “libera” (dalle “16 regole dello sviluppo sociale di Grameen Bank” di Yunus). Allo stesso modo nei confronti del commercio equo, la nostra solidarietà verso il produttore non si esprime nell’ offrirgli ciò che gli manca, ma nella possibilità di vivere del suo lavoro.



♪ “Le Banche di Dio sono le mani dei Poveri! ” diceva S. Giovanni Crisostomo. Sono una forza inesauribile!


♪  Ci sarà un sussulto delle solidarietà?

Nei periodi segnati da avvenimenti molto duri, come guerre, calamità naturali… la solidarietà vera, esce rafforzata dalla prova! E noi, ne siamo testimoni!


♥ Apri i nostri occhi ed i nostri cuori, Signore,
affinché vedano questa ” famiglia umana ” che ci dai:
questa gente che sopravvive nelle bidonville,
nelle favelas, nei tuguri rabberciati del Nord e del Sud;
questi popoli che hanno solo il loro coraggio come bagaglio.
Signore, apri i nostri cuori alla povertà.
Rendili sensibili al dono della tua presenza.
(H. Le Blanc)



Sr Rita Ferri FdC


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