Esempi di Amore in azione, Servizi, Note di meditazione

Suor Borgarino FdC: dalle “Notizie – Anno 1949 – ” , la memoria della Compagnia





Una bella tradizione della Compagnia delle Figlie della Carità è quella di redigere le “Remarche”, la memoria della vita di donazione e servizio delle proprio Suore.

 

Nell’anno stesso della morte di suor Gabriella (Teresa) Borgarino FdC, coloro che l’avevano personalmente conosciuta, coloro che avevano condiviso anni nella stessa Casa, così scrivevano di lei:


Suor Teresa BORGARINO
morta alla Casa dell’Immacolata Concezione di Luserna (Torino)
il 1° gennaio 1949
in età di 69 anni
48 di Vocazione



” … Nella sua semplicità, suor Gabriella si lascia guidare da nostro Signore, lo consulta per le più piccole cose, vuol consolare il Divin Cuore, e non teme di soffrire per vederlo glorificato. Durante cinque anni è messa alla prova da terribili pene interiori: tenebre, amarezze, desolazioni, vere “notti d’anima” schiacciano questa natura delicata e sensibile. Malgrado l’apparente abbandono di Dio, crede in Lui senza trovarlo, l’ama senza sentirlo, e compie volonterosamente il suo dovere. Senza rilassarsi per nulla dall’osservanza della Regola, della pratica dell’obbedienza, della carità, sopporta la lunga prova senza che alcuno ne dubiti… Umilmente si sottomette, e non svela la sua anima oppressa che nell’orazione: “Vengo a Voi col cuore desolato; nel vostro Tabernacolo verso tutte le mie pene. Liberatemi dalla disgrazia di separarmi da Voi, m’abbandono ai Vostri desideri, sono la vostra piccola sposa. Ma suona l’ora in cui Gesù ricompensa la sua fedeltà…

 

“Infine Gesù si fece sentire e, tra le altre cose, compresi che avrei potuto cogliere per Lui dei fiori ovunque, anche sulla neve. D’allora cerco di raccogliere incessantemente i piccoli fiori di virtù: presso le mie Compagne, i Poveri, quando mi trovo in Chiesa. Gesù mi segue, e mi invita a fare degli atti d’umiltà, di dolcezza, di mortificazione”.

 

 

… Le sue note, senza pretesa alcuna, ci svelano le sue risoluzioni, la sua . intimità con Gesù: “Devo pensare a santificarmi, a praticare una grande dolcezza senza mai scusarmi, ma piuttosto far silenzio per ottenere dal Divin Cuore di Gesù molte grazie per le anime e per la cara ComunitàCercherò, per far piacere a Gesù, d’aver sempre il sorriso sulle labbra, anche quando il cuore è penato… “.

 

 

Se suor Borgarino lavora incessantemente alla pratica di tutte le virtù, la carità risplende maggiormente in lei. “Un giorno”, racconta una Compagna, “le feci osservare che dava troppo tempo agli altri, che si stancava al di là delle sue forze”. “Ciascuna ha la sua missione d’adempiere quaggiù”, mi rispose, “le anime apostoliche hanno quella di evangelizzare le nazioni; i Superiori quella di governare; a me, il buon Dio ha dato quella della carità. Vuole ch’io sia molto delicata nell’esercitarla per consolare il suo Cuore afflitto dai peccatori. Quando non può fermare una conversazione che ferisce la carità, il suo sguardo si fa severo ed avverte: “Gesù non è contento”; oppure comincia ad alta voce un’ Ave Maria. Davanti a suor Gabriella, una Suora rileva un tratto edificante e una mancanza che l’ha provocato; ma la Compagna riceve questo consiglio: “Sia più delicata quando si tratta della carità. ”

 

 

Suor Gabriella è il raggio di sole delle buone Suore Anziane e delle malate. La sua bontà la fa vibrare all’unisono con Colui, che ha detto: “Venite a me, voi tutti che soffrite…”. Le pene delle sue Compagne, le loro prove cagionate dall’età o dalla salute, trovano un’eco nel suo cuore sì largamente aperto a tutti. Quando entra, sorridente e compassionevole all’infermeria, la sua presenza dissipa le nubi addensate talvolta dall’inazione: “Coraggio, Sorella, io soffro con lei e per lei prego. Tutte sono nel mio cuore, non le dimentico mai“. Se lo stato d’una malata si aggrava, la sua sollecitudine aumenta; incoraggia, comunica la sua confidenza senza limiti verso il Santo Nome di Gesù, suggerisce qualche orazione giaculatoria, ma tutto brevemente, senza stancare. Quando una Suora, sotto il colpo di una penosa impressione, le espone le sue apprensioni, sa dare sempre la sua parola di conforto, il consiglio saggio ed appropriato. Cordialissima, fa in modo che le nuove arrivate si trovino subito a loro agio, e s’ingegna di far loro respirare l’atmosfera di famiglia.

 

 

Discretissima, non si permette mai una domanda che provochi una confidenza. La sua grande prudenza seppellisce nel silenzio tutto ciò che le si rivela; si contenta di parlarne a Dio nella preghiera. Se qualcuno prende in mala parte il suo modo di agire, o la mortifica, raddoppia i suoi riguardi, la sua delicatezza.

Tutto le serve per salire verso Dio.

 

… Nelle loro pene di famiglia, le Compagne ricorrevano alle sue preghiere. Era per lei l’occasione di raccomandare la devozione alla Divina Provvidenza, che una grazia particolare le ha reso carissima. “Nostro Signore ha il Cuore tanto pieno di grazie per le sue creature, che esse traboccano come un torrente. L’atto di confidenza filiale nella sua Provvidenza, unito all’invocazione del suo Santo Nome, basteranno ad aprire il cielo alle anime. Si può ottenere tutto con questa invocazione: soccorsi spirituali, morali e materiali”. Ella continua: “La santa invocazione della Provvidenza del suo Divin Cuore mette nelle anime questo sentimento di filiale riconoscenza; produce l’effetto d’una pioggia benefica su la terra“…

 

 

Le Suore che si allontanano sono liete di ricevere le sue lettere: sono chiare, brevi, perchè la cara Suora non ha tempo da perdere, ma portano il consiglio appropriato ai bisogni della corrispondente. La affezione generale di cui gode suor Gabriella, non suscita in lei nessun sentimento d’amor proprio. Il suo ufficio è quello di passare inosservata rendendo servizio a tutti. Cede il passo, moltiplica le prevenienze, ma con tatto, senza esagerazione. Il suo esempio trascina; vicino a lei ci si sente migliori. La sua Suor Servente scrive: “Nella sua umiltà si meraviglia che tutti si rivolgano a lei. Quante volte l’ho sentita dire: - Sono una povera ignorante, non ho studiato; tutto ciò che dico è Gesù che me lo insegna; tutto quello che scrivo, è sotto sua dettatura -. Conoscendo il suo giudizio, talvolta le chiedevo consiglio. Mi ascoltava, prometteva invariabilmente: - Domani ne parlerò con Gesù -. Praticava esattamente la carità senza tenere che lo stretto necessario. Tutto era aggiustato fino al possibile. Quando le regalavano qualcosa, me lo portava per i bisogni della Comunità”.

 

Il suo rispetto profondo, convinto, segna i suoi rapporti con ogni autorità: la persona scompare, suor Gabriella non vede che Dio. Il suo spirito di fede non le permette di tollerare una sola parola contro i Superiori… A una Compagna che vuol condividere la sua pena: “Facciamo la volontà di Dio, non mormoriamo mai!”, risponde; e ad un’altra che. ha visto le sue lacrime, spiega con dolcezza: “Vede, era necessario… Non siamo mai sole a portare la croce che ci offre amorosamente. Egli ci viene in aiuto, e non è contento quando noi non contiamo abbastanza sul suo appoggio. Non dobbiamo aver timore di far dei sacrifici per fargli piacere. Egli scrive tutto nel suo Cuore Divino, e se Egli ci fa passare per qualche prova, per la via dei Santi, saprà dare Lui stesso al nostro cuore la forza e la generosità per vincere la pena”.

 

… La sua pietà semplicissima non ha niente di ricercato, niente che attiri l’attenzione. Regolare per adempiere i suoi esercizi, è ugualmente pronta a lasciar Dio, se il compimento del suo dovere, la carità o l’obbedienza, glielo domandano. Spesso vien chiamata in cucina, durante il ringraziamento dopo la Santa Comunione. Sorridente e calma essa va. Meravigliata della sua condiscendenza e della sua pace, una Compagna le domanda: “Non le dispiace di dover lasciare così in fretta la Cappella?”. “No. È Lui che lo vuole. Trovo Gesù anche presso le pentole, anzi, meglio, lo porto in me.”.

 

 

… Unita abitualmente a Nostro Signore, ama il silenzio, ma è sempre pronta a rispondere cordialmente a chiunque le parli. Se la conversazione si prolunga senza necessità, taglia corto, con bontà. Il suo spirito soprannaturale riconduce tutto al centro divino. Quando le sue Compagne raccontano gli incidenti di una cattiva comunicazione telefonica,suor Gabriella conclude: “Ciò non avviene con Nostro Signore. Basta un po’ d’amore e di confidenza per mettersi direttamente in comunicazione con Lui.

 

 

…Il momento più bello della giornata per lei è quello della meditazione della sera. Dice: “Racconto tutto a Gesù, se non con le parole, almeno coi miei sguardi, coi battiti del mio cuore. Non vivo che per Lui “.

 

… tutta dedita alle sue modeste occupazioni, continua ad edificare con l’intensità della sua vita interiore… Semplicemente passa da un ufficio all’altro, e risponde col suo abituale sorriso ad una Compagna che gliene parla: “Sì, cambio di ufficio, ma mai di Padrone”. E durante le sue lunghe ore di lavoro, il suo cuore non abbandona il Tabernacolo.

“Tutto quel che Gesù manda non è mai troppo. Voglio ciò che Lui vuole”.

 

 

… All’alba del 1° gennaio 1949, mentre le Figlie della Carità rinnovano l’atto che le consacra “senza riserva, interamente” a Nostro Signor Gesù Cristo, suor Borgarino, “tutta Sua sulla terra”, comincia a a possederLo, ad amarLo, a glorificarLo eternamente nel Cielo”.

 

 

 

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